L’esperto di sicurezza informatica: identikit e competenze trasversali
Il numero di attacchi informatici è in aumento e con esso crescono di pari passo le opportunità di lavoro nell’ambito della Cybersecurity che, con le sue mille sfumature applicative, richiede una ricerca consistente e numerosa di figure professionali: eppure, il divario fra domanda e offerta di esse nell’ambito si allarga sempre più.
Una premessa è d’obbligo: la Cybersecurity non è solo firewall, antivirus o software per la sicurezza informatica.
Lance Hayden, uno tra i massimi esperti del settore, sostiene che la cybersecurity è “una sfida di persone, una sfida sociale e organizzativa: una sfida culturale”. Del resto, se fosse stata esclusivamente una sfida ad appannaggio della sola tecnologia, avremmo già risolto il problema.
COSA DEVE SAPER FARE L’ESPERTO DI SICUREZZA INFORMATICA
In questo contesto, la figura professionale di chi sa integrare un’analisi a 360° dei rischi da mitigare con una puntuale difesa informatica diventa cruciale e essenziale per acquisire un alto livello di consapevolezza del proprio lavoro.
Il messaggio è chiaro: chiunque cerchi di intraprendere una carriera nell’ambito dovrà sviluppare le proprie competenze, non solo tecniche, ma soprattutto trasversali, concentrandosi in particolare su:
LE COMPETENZE PROFESSIONALI TRASVERSALI
Capacità comunicativa
È la capacità di trasmettere e condividere in modo chiaro e sintetico informazioni, interagendo efficacemente con tutti i livelli e i dipartimenti dell’organizzazione. Potrebbe rientrare in questa capacità, l’abilità di formare e istruire il personale in tema di sicurezza informatica. La maggior parte degli incidenti di sicurezza, infatti, è dovuta ad errori umani a conferma del fatto che il cosiddetto “fattore H”, il fattore umano, rimane il punto debole della cybersecurity in azienda.
Motivazione e passione
Occorre avere sete di conoscenza. Essere appassionati di quello che si fa aiuta a essere più motivati, più efficienti e forse anche più felici. La passione è energia creativa perché inventa nuovi atteggiamenti e crea originali strategie. È un presupposto imprescindibile della creatività. Una persona appassionata ha un’energia contagiosa, contamina il team e ne cambia le fondamenta.
Intelligenza emotiva
La capacità di immedesimarsi nell’altro: “se io fossi la vittima cliccherei su quel link?” Avere una forma di intelligenza emotiva può rispondere a questa e a tante altre domande di natura non propriamente tecnica che l’analista pone a se stesso in fase di difesa da possibili attacchi. Anche cercare di mettersi nei panni di un hacker e dei suoi obiettivi fa parte di questa peculiarità individuale. Così come lo è focalizzare con consapevolezza le proprie azioni efficacemente nei confronti di gesti o pensieri del prossimo. Come in tutte le cose, non si tratta di mettere in gioco la propria parte razionale ma anche quella emotiva.
Spirito investigativo
Durante una analisi di dati talvolta ci si imbatte nell’ignoto. Attraverso la ricerca nel cyberspazio si possono trovare piste sconosciute, che di frequente portano sia alla soluzione del problema ma anche all’interrogarsi su domande che man mano emergono attraverso la fase di raccolta dati. Ebbene, affinché tutto questo accada non è necessario solo avere conoscenze di natura tecnica: la propria indole deve essere naturalmente portata a voler conoscere le risposte a tutti i costi o quantomeno ad ipotizzarle, calandone negli scenari possibili di attacco e difesa.
Curiosità per l’attualità e i media
Riuscire a sventare un attacco hacker è sicuramente legato all’utilizzo di strumenti tecnici fondamentali ed indispensabili: tuttavia conoscere il mondo intorno a sé, le principali notizie di politica, economia, l’andamento dei mercati e i trend in generale sicuramente rappresentano un plusvalore. Utilizzare il più sofisticato dei tool non è sufficiente. Importante è che esso sia utilizzato contestualmente alle ipotesi di attacco, che, di regola, sono ispirate dal mondo che ci circonda.
L’INTELLIGENZA UMANA
La Talent Acquisition di Netgroup è alla continua ricerca di persone, non di numeri. Infatti ci piace definirci “Brain Hunters”: la persona è sempre al centro di qualunque tipo di attività, il digitale umano viene quotidianamente coltivato affinché ogni singola persona possa crescere e contribuire al miglioramento innanzitutto di se stessa e della professione e, in secondo luogo, alla crescita aziendale.
Per noi diventa fondamentale riuscire a corroborare attraverso un grande spirito di gruppo le nostre energie, in particolar modo quando siamo chiamati a contribuire alla riuscita di grandi e ambiziosi progetti, perché se l’unione fa la forza, noi ne abbiamo a sufficienza per poter far fronte alle grandi sfide di domani, sin da oggi.
Nessuno si salva da solo!
Adriana Biase