Le emozioni sono fondamentali per la Cybersecurity
In un SOC in genere lavorano e collaborano diverse figure professionali, ognuna con un bagaglio di competenze differenti e preposta ad un ambito ben preciso.

di Adriana Biase
e Maria Rosaria Persico
#SOC #Cybersecurity
Nella mente del SOC: il ruolo dell’intelligenza emotiva nell’ambito della Cybersecurity
I professionisti del SOC
- SOC Manager: è a capo dell’intera infrastruttura ed è il responsabile operativo del SOC e di tutte le risorse coinvolte. Il suo compito è quello di coordinare e supervisionare le attività dei vari membri del SOC e di comunicare costantemente con i referenti aziendali.
- Analista: figura contraddistinta da 3 livelli, l’analista è chi predispone e organizza i sistemi di allerta basandosi sui log generati dai sistemi di difesa e inviati al SIEM; inoltre analizza i risultati ottenuti dai test di Vulnerability Assessment (VA) o interviene in caso di incidenti di forte impatto per l’azienda.
- Incident Responder: pur svolgendo, per alcune funzioni, gli stessi compiti dell’analista, la figura dell’incident responder è più verticale sulla gestione degli incidenti, la stesura di report tecnici per i dirigenti dell’azienda e lo sviluppo di nuove procedure per il miglioramento delle risposte ai problemi di sicurezza.
Insieme alla tecnologia, sono quindi le persone ad essere i pilastri di un SOC di successo: la formazione e l’aggiornamento continui e il coinvolgimento dei membri del team sono elementi fondamentali affinché un SOC sia in grado di contrastare nuove vulnerabilità e minacce.
La Cybersecurity per le persone
L’analisi dei recenti attacchi informatici mostra quanto conti il coinvolgimento dell’essere umano nelle dinamiche della cybersecurity e perché sia sempre più utile sviluppare le abilità della sfera emotiva.
Intelligenza emotiva e cybersecurity sono quindi connesse?
La risposta è sì. L’uso corretto delle emozioni è quella abilità che Daniel Goleman ha individuato come caratteristica peculiare dell’essere umano, quell’esercizio della mente in cui razionalità e stato emotivo convivono in equilibrio perfetto.
Se non è possibile raggiungere il “rischio zero”, individuare un attacco e intervenire il prima possibile fa spesso la differenza.
L’arma più importante è però la cybersecurity che nella sua evoluzione diventa da predittiva a emotiva.
La sfida è complessa e si giocherà in una contrapposizione tra tecnologia ed essere umano perché è necessario non dimenticare che l’idea originaria, sia dell’attacco che del sistema di protezione, è e resterà umana.
Un caso concreto di risoluzione di un incident
Quando si è in grado di autoregolare sé stessi, di gestire le proprie emozioni, non solo è possibile prendere decisioni migliori, ma anche essere più consapevoli di stare agendo con metodo e integrità.
Solo l’intelligenza emotiva può portare all’uso corretto delle emozioni che caratterizzano l’essere umano, sia esso un white o un black hat dietro la tastiera.